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IL CALCIO ITALIANO NEL MONDO


POWERCHAIR FOOTBALL

La disciplina del Powerchair Football (Calcio in Carrozzina) nasce nel 1978 in Francia ed è gestita dalla FIPFA (Federation Internationale de Powerchair Football Association) creata nel 2006 con sede a Parigi e riconosciuta dal Comitato Paralimpico Internazionale (IPC – International Paralympic Committe). In Italia il Powerchair football è in via di sviluppo e ha ottenuto a luglio 2017 il riconoscimento ufficiale quale disciplina paralimpica promozionale da parte del Comitato Italiano Paralimpico che ha demandato alla FISPES lo sviluppo e la promozione della stessa. Dal dicembre 2019 la FISPES ha affidato questa disciplina alla FIWH (Federazione Italiana Wheelchair Hockey). E' uno sport per persone disabili dove si utilizzano sedie a rotelle a motore elettrico. Tale disciplina ha lo scopo di avvicinare le persone con le disabilità più gravi promuovendo la loro inclusione sociale nella pratica sportiva. Si gioca in una palestra su campo regolare di pallacanestro. Le squadre sono due, formate da quattro giocatori. Le carrozzine sono dotate di protezioni ai piedi con cui è possibile attaccare, difendere e calciare un pallone che può avere un diametro massimo di 33 cm. L'obiettivo, come nel calcio tradizionale, è segnare il maggior numero di reti.
Le prime partite si disputano in Francia negli anni settanta e successivamente la specialità si diffonde in Europa (Belgio, Portogallo, Danimarca e Inghilterra). Nel 1982 un gruppo di atleti di Vancouver sperimenta una variante del gioco europeo in Canada. Questa variante del gioco arrivò a Berkeley (California) nel 1988 dopo aver attraversato tutta la "west coast" e varcò il Pacifico fino in Giappone. Nel 2005, i rappresentanti di 9 nazioni si incontrarono a Coimbra, Portogallo e, nel 2006, ad Atlanta, per formare e organizzare la FIPFA.
Il gioco ha luogo su di un classico campo da basket delimitato per l'occasione da nastro adesivo come da regolamento. Ogni squadra schiera quattro giocatori in campo, incluso il portiere; una partita è composta da due tempi di 20 minuti. A causa dell'aspetto bi-dimensionale del gioco (gli atleti solitamente non riescono a calciare in aria il pallone), è necessario creare uno spazio artificiale intorno ai giocatori. Le due nette differenze con il gioco del calcio tradizionale sono:
Regola del due contro uno (2 vs 1): solo un giocatore e un suo avversario possono restare entro 3 metri dalla palla quando questa è in gioco; se un terzo giocatore si avvicina a meno di 3 metri, l'arbitro può fischiare l'infrazione e assegnare un calcio di punizione. Questo forza le due squadre ad allargarsi sul campo, prevenendo qualsiasi intasamento del gioco, rendendolo viceversa molto fluido e scorrevole. L'unica eccezione alla regola si ha quando il terzo giocatore vicino alla palla è il portiere dentro la propria area.
Regola dei tre in area: la squadra in difesa può lasciare solo due giocatori nella propria area. Se un terzo difensore entra in area l'arbitro può fermare il gioco e assegnare un calcio di punizione alla squadra avversaria.
Con entrambe le regole l'arbitro può evitare di fischiare l'infrazione qualora il giocatore in fallo non stia condizionando l'azione (concetto simile alla regola del fuorigioco nel calcio tradizionale). Speronare intenzionalmente o colpire un altro giocatore può comportare un calcio di rigore a favore degli avversari. Dato che molti atleti non hanno la forza necessaria per la rimessa con le mani, quando la palla oltrepassa la linea laterale viene rimessa in gioco calciata, e quindi già dalla rimessa laterale è possibile tirare direttamente in porta e segnare. Ai giocatori è richiesto di utilizzare una carrozzina con quattro o più ruote; la massima velocità consentita durante il match è 10 km/h, e gli arbitri controllano la velocità di tutti i partecipanti prima che inizi la partita. Sono inoltre richieste una cintura di sicurezza intorno alla vita e una griglia di protezione intorno ai piedi.
Il primo campionato del mondo di calcio su carrozzina si è tenuto a Tokyo nel 2007; la finale è stata disputata il 13 ottobre e ha visto gli Stati Uniti battere la Francia ai rigori. La seconda edizione si è disputata a Parigi nel novembre 2011 e la squadra statunitense si è riconfermata campione del mondo superando in finale l'Inghilterra. In Europa la disciplina è gestita dall'European Powerchair Football Association (EPFA), che organizza la Nations Cup per squadre nazionali e la Champions Cup per le squadre di clubs.
In Italia si sta scoprendo il calcio in carrozzina con qualche lustro di ritardo e una nazionale neanche ce l'abbiamo. Il 2018 potrebbe tuttavia essere ricordato come l'anno zero del powerchair football italiano: quattro società iscritte, le prime amichevoli, il supporto del Cip e una federazione (la Fispes) che ha affidato a un responsabile tecnico il compito di dare forma e struttura al movimento nazionale. Lui si chiama Diego D'Artagnan, si è affinato a Parigi otto anni fa, ma è nato a Milano e alla corte di Francia ha studiato da allenatore di powerchair football, prima di proporre la disciplina nel centro Santo Stefano a Potenza Picena, nelle Marche. E, sorprendentemente, a fare da pioniere sono le regioni del Sud: due team in Basilicata (Albatros Onlus a Pisticci e Pegaso Aias Matera), una in Puglia (Oltre Sport a Bari), una in Campania (Asd Asco ad Ercolano), legata al centro Don Orione.
Nel 2018 è stato trovato un'accordo per la promozione e sensibilizzazione del calcio in carrozzina elettrica (Powerchair Football) tra l'ASD Oltre Sport, il Monopoli Calcio e la Lega Pro, per dare un segnale: lo sport per i disabili significa vita. Lo sport è per tutti, anche per coloro i quali si ritiene possano essere ai margini. Clicca qui per scoprire il Powerchair Football.


La squadra dell'ASD Oltre Sport di Bari, accolta dalla Lega Pro nel 2018.