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IL CALCIO ITALIANO NEL MONDO


CALCIO PER DISABILI CON SINDROME DI DOWN

La sindrome di Down è una malattia genetica caratterizzata dalla presenza di un cromosoma 21 in più rispetto alla normale coppia (per questo è nota anche come trisomia 21). Il Calcio per Disabili con Sindrome di Down fa parte della Federazione Italiana Sport Paralimpici degli Intellettivo Relazionali (FISDIR), che è la federazione sportiva alla quale, su delega del Comitato Italiano Paralimpico (CIP), spetta la gestione, l'organizzazione e lo sviluppo di tutta l'attività sportiva delle discipline per la classe C21. Nasce dalla trasformazione in Federazione dell'ex Dipartimento 9 del CIP, chiamato allora FISD, rivolto solo ad atleti ed atlete con disabilità intellettiva e relazionale. La FISDIR è stata fondata il 22 febbraio 2009 ed è presieduta da Marco Borzacchini. Fa parte di organismi internazionali quali l'INAS (International Federation for Athletes with Intellectual Impairments) e il SUDS (Sports Union for athletes with Down Syndrome).
La selezione italiana FISDIR si è laureata campione del mondo alla prima edizione dei Mondiali di Calcio a 5 FIFDS (International Football Federation For People With Down Syndrome), tenutasi in Portogallo a Viseu dall’8 al 15 aprile 2017. Campioni del Mondo: tre parole da sempre capaci di unire le nazioni nel segno dello sport. Senza differenze di sesso, età, razze o attitudini; la squadra azzurra è stata amalgamata in poche settimane dal referente tecnico nazionale Roberto Signoretto e del tecnico Gianluca Oldani: un grande lavoro di coesione mentale e fisica, che ha portato l’Italia a chiudere imbattuta il girone unico, sconfiggendo per due volte il Messico (9-2 e 11-3) e battendo con un netto 4-1 i padroni di casa del Portogallo, dopo il vibrante 4-4 del match inaugurale. Oltre al titolo mondiale, il primo indetto dalla FIFDS, l’Italia è tornata a casa dal Portogallo con in tasca il riconoscimento al miglior portiere, Francesco Leocata, e quello di capocannoniere del torneo a Luca Magagna, autore di 7 reti in 4 match. Ma alle spalle l’Italia aveva già il successo del team di futsal nel 2016 ai Trisome Games di Firenze, manifestazione assegnata all’Italia dalla Su-Ds, Sport Union for athletes with Down Syndrome.
Un movimento di straordinaria importanza, il cui compito fondamentale è sdoganare la bolla esistenziale in cui le persone affette da sindrome di Down vengono confinate dalla disinformazione. Non è vero infatti che questa forma di disabilità inibisca qualsiasi tipo di attività fisica rilevante – come può essere la competizione sportiva – né che sia preferibile indirizzare le persone affette da Sindrome di Down esclusivamente verso attività ripetitive. La malattia è infatti particolareggiata da individuo a individuo, sia nello sviluppo fisico che emotivo, e l’intento comune di manifestazioni come la FIFDS World Cup, il Campionato Europeo e i Trisome Games è rivolto alla ricerca dell’integrazione continua e costante tra atleti normodotati e disabili.
Scopo finale è il raggiungimento di un’educazione culturale che insegni l’uguaglianza come valore assoluto. Nessun regolamento a parte: i giocatori che scendono in campo calcano il terreno di gioco rispettando le stesse norme FIFA dei professionisti di serie A. Se il calcio è arrivato un po’ più tardi, rispetto ad altri sport individuali, è perché – ricorda la FISDIR – agonismo di gruppo e consapevolezza di far parte della stessa squadra vanno organizzati con tempo e pazienza. Ma il grande potere mediatico e aggregativo del calcio ha fatto sì che i passi fatti dai responsabili tecnici delle federazioni nazionali siano stati in grado di accelerare esponenzialmente i tempi.
Clicca qui per vedere il video sulla finale mondiale del 2017.


Le Nazionale Italiana con Sindrome di Down C21, Campione del Mondo in Portogallo nel 2017."