IL CALCIO ITALIANO NEL MONDO
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CALCIO A 4
Il Calcio a 4 non
è altro che un 4 vs 4 con un
portiere per squadra giocato su un
campo munito di sponde dove la palla
non esce mai. L’area di rigore è di
dimensioni estremamente ridotte e la
porta è alta circa la metà e larga
uguale rispetto a quella del calcio
a 5. La Homeless World Cup è un
torneo internazionale di calcio, al
quale possono partecipare
esclusivamente squadre composte da
senzatetto (maschili e femminili).
Il torneo si svolge annualmente in
varie città del mondo; nel 2009 la
città ospitante è stata Milano
(www.homelessworldcup.org). L'idea
di organizzare un torneo di calcio
per senzatetto venne a Mel Young,
cofondatore della Big Issue Scotland,
e Harold Schmied, editore della
Megaphon, durante l'International
Network of Street Papers Conference
tenutasi a Città del Capo nel 2001.
Diciotto mesi dopo il loro incontro,
venne organizzata la prima edizione
della Homeless Word Cup a Graz, in
Austria. Il successo ottenuto li
spinse a proseguire annualmente con
questo progetto.
Il regolamento:
- Ogni squadra può avere un massimo
di 4 giocatori, incluso il portiere.
- Le sostituzioni disponibili
durante una partita sono 4.
- Durante ogni fase di gioco, i tre
giocatori di movimento della squadra
che attacca, una volta che il
pallone ha superato la linea di
centrocampo, devono trovarsi o
portarsi subito nella metà campo
avversaria; viceversa solo due
giocatori (più il portiere) della
squadra che si difende possono
stazionare nella propria metà campo,
mentre il terzo giocatore di
movimento deve restare al di là
della linea di centrocampo. La
regola è riassunta nel motto
esplicativo "si attacca in tre, ci
si difende in due" (ovviamente non
conteggiando i portieri, che non
escono dalle rispettive aree di
rigore).
- La durata di una partita è 14
minuti.
- La squadra vincitrice si aggiudica
3 punti, i perdenti 0; in caso di
pareggio, si ricorre ai calci di
rigore.
- Le misure del campo sono: 22m
(lunghezza) x 16m (larghezza).
“Homeless”, vocabolo inglese che
letteralmente indica i “senzatetto”
(declinato in italiano e in termini
giuridicamente più precisi come
“persona senza casa” oppure “senza
fissa dimora”), abitualmente
definiti come “barboni”, è una
situazione nella quale una persona
per lungo tempo non ha un luogo di
residenza. In teoria, non ci
potrebbe essere stato di cose più
lontano dall’immaginare questi
uomini e queste donne come impegnate
in regolari pratiche e attività
sportive, ma in verità non c’è
pregiudizio o ipotesi più sbagliata.
La “Homeless Italian Cup”, il
campionato di “street soccer”,
calcio per strada, per persone
“senza fissa dimora”, nato nella
città di Milano, è approdato anche
nelle città di Torino, Sondrio e
L'Aquila, con un’appendice a
Morbegno, in Valtellina. Il progetto
è stato sviluppato da
un’associazione di liberi cittadini
in seguito all'organizzazione della
“Homeless World Cup 2009” proprio
nel capoluogo lombardo e ha come
obiettivo quello di promuovere
l'utilizzo del calcio e dello sport
come strumento di recupero sociale,
sviluppando programmi finalizzati al
miglioramento della vita di
individui in difficoltà attraverso
reali e regolari manifestazioni e
iniziative sportive, esemplificate
dallo slogan “Rimettiti in gioco...dai
un calcio ai tuoi problemi”.
Ad oggi il progetto è gestito da due
ASD, acronimo di Associazioni
Sportive Dilettantistiche, la ONLUS
Dogma e Milano MyLand, che
collaborano con dormitori e
associazioni locali per lo sviluppo
di un network nazionale che porti un
giorno alla disputa di un campionato
nazionale di “street soccer” per
senza tetto e persone vittime di
disagio sociale al fine di
promuoverne il reinserimento
sociale. Sinteticamente, gli
obiettivi di un simile progetto sono
ben delineati nella testa dei
promotori: sensibilizzazione sul
tema dei “senza fissa dimora” nella
popolazione Italiana e sviluppo del
volontariato; recupero della salute
fisica attraverso il movimento e la
pratica sportiva; ripristino della
capacità di socializzazione con gli
altri e con i membri di una
“squadra”; rispetto e
riappropriazione di un proprio ruolo
e di una forma di responsabilità
condivisa; valorizzazione del
proprio talento e acquisizione di
una nuova misura per il proprio
valore; recupero della fiducia nei
propri mezzi e nella “comunità” di
riferimento; riconquista di un
proprio spazio sociale e della
normalità dello svago e del tempo
libero. Insomma, un campionario di
idee che trasuda insieme solidarietà
e “mentalità sportiva”. Le
associazioni “no profit” Dogma e
Milano MyLand, attraverso il torneo,
seleziona e gestisce inoltre la
squadra nazionale italiana solidale
dei “senza tetto”, che rappresenta i
colori azzurri alle annuali edizioni
della “Homeless World Cup”, dove
l'Italia si è proclamata campione
del mondo in due occasioni: nel 2004
a Goteborg in Svezia e nel 2005 a
Edimburgo in Scozia.
Alcune società sportive
professionistiche si sono
interessate al movimento e si sono
dimostrate desiderose di "sposare"
il progetto della “Homeless Italian
Cup”. Al momento, sono state
sviluppate partnership con la
Cremonese, mentre in passato gli
organizzatori si sono avvalsi della
collaborazione di Canavese, Milan e
Inter, scucendo anche il patrocinio
della FIGC in occasione del Mondiale
2009, così come attualmente è in
piedi una valutazione del progetto
da parte della Lega di Serie B.
Altre strutture private sono a
fianco dell’operazione, sia a
livello locale che nazionale, tra le
quali "Kappa Sport", "Circuito 24H",
"Laboratorio 51", "Azienda agricola
La Fiorida" e altri ancora. La
morale, per usare un frasario forse
un po’ decotto, ma sempre efficace,
è chiara: la “mentalità sportiva”
non soltanto non conosce confini, ma
nemmeno vincoli anagrafici o di
domicilio.
Clicca qui per vedere
le migliori azioni dell'edizione
2017 della Homeless World Cup.
Per la prima volta dopo sei anni di attività, la Nazionale Solidale ha avuto nel 2017 un team al femminile. La squadra ha debuttato ufficialmente allo European Street Football Festival, che si è tenuto a Sofia, dal 25 al 28 maggio 2017. La formazione, composta da Giulia, Beatrice e Serena e capitanata dal “portiere” Alice, si è distinta segnando in ognuna delle partite, nonostante l’inesperienza e la giovane esistenza (le ragazze hanno cominciato ad allenarsi insieme soltanto pochi mesi prima); il merito va sicuramente anche alla Coach, Patrizia Spadaccini, che ha portato alla Nazionale Solidale, la sua passione e la sua esperienza di vincitrice di 2 medaglie d’oro alle Paralimpiadi di Atlanta. Le ragazze hanno affrontato Ungheria, Finlandia e Grecia. Nell’ultima partita la Nazionale ha dovuto utilizzare una giocatrice “prestata” dalla Finlandia, a causa di un leggero infortunio della nostra Beatrice. Questo denota lo spirito di queste manifestazioni di calcio solidale.